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Il tax credit energy: situazione attuale e prospettive future

Il tax credit energy: situazione attuale e prospettive future

31 Luglio 2023

di Redazione Cd Blog

Il problema dell’accesso al credito per le pmi è un tema sempre più sentito, ma gli strumenti a disposizione per agevolare le imprese in questo ambito sono diversi, alcuni anche piuttosto di nicchia e meno conosciuti, ma comunque utili. Un esempio è il tax credit energy: si tratta di un beneficio fiscale introdotto dall’anno 2022 per favorire le imprese energivore e non energivore nell’acquisto di gas ed energia elettrica che, a seguito della guerra in Ucraina, hanno subito un incremento molto rilevante dei prezzi di acquisto. La prima norma di riferimento è costituita nell’anno 2022, con il Decreto Sostegni-ter (Decreto-legge. n. 4 del 27 gennaio 2022) e con successive modificazioni e integrazioni.

Lo Studio Christian Dominici spa, che da vent’anni si occupa della cessione di crediti tributari affiancando piccole, medie e grandi imprese, oltre che banche e società finanziare, è attivo anche in questo ambito. Recentemente infatti ha assistito una società del settore dell’Energy durante un’importante operazione di cessione di un tax credit energia del valore di 42,5 milioni di euro a una banca italiana specializzata.

Lo Studio ha già accumulato un’esperienza rilevante nel settore dell’energia: nel primo trimestre 2022 ha partecipato a una delle più grandi operazioni singole di cessioni di quell’anno tra corporate di tax credit energivori, assistendo una grande azienda italiana nel settore di vetro e ceramica, con un fatturato di oltre 800 milioni annui, nella cessione del credito a un fornitore di energia con fatturato in Italia di 1,7 miliardi di euro.

Nel primo trimestre 2023 ha inoltre assistito un’altra importante azienda italiana con un fatturato di oltre 800 milioni annui nella cessione del credito energia ad una banca italiana specializzata.

Per capire la parabola del tax credit energy bisogna tornare indietro al 2022: come conseguenza dell’importante incremento del prezzo dell’energia, molte aziende hanno ricevuto importanti tax Credit Energia che nono potevano però utilizzare a causa della loro scarsa tax capacity, cioè senza sufficiente capacità fiscale per poter utilizzare questo credito tributario. Per far fronte a questo problema,  le autorità competenti avevano stabilito la possibilità di cessione del tax credit energy.
La particolarità di questo strumento risiede nella sua breve scadenza: il tax credit energy può essere utilizzato direttamente in compensazione dal soggetto cessionario in F24 entro e non oltre il 31 dicembre 2023.

A differenza di altri tipi di benefici fiscali, come per esempio i superbonus edilizi, il tax credit energy è particolarmente interessante per le banche, in quanto viene solitamente ceduto da grandi imprese, che hanno sistemi di controllo interni particolarmente rigidi, e quindi risulta essere un prodotto tributario molto sicuro.
Le aziende che tendenzialmente hanno accumulato molto tax credit energy in questi anni sono soprattutto quelle attive nel settore del vetro, della ceramica, dell’acciaio, della carta e dei tessuti, ma anche i grandi facility manager attivi nell’ambito del real estate.

Il risultato è stato un aumento vertiginoso dei pacchetti ceduti.

“Il tax credit energy è stato ampiamente utilizzato negli ultimi anni in concomitanza con l’aumento vertiginoso del prezzo dell’energia, raggiungendo il picco massimo di richiesta di cessione nell’anno 2022, quando i pacchetti di tax credit energy ceduti arrivavano a ben 20-30 milioni di euro ogni trimestre ad impresa”

spiega Christian Dominici. Ma la situazione ha cominciato a cambiare recentemente, quando i prezzi del gas e dell’energia sono nuovamente scesi e quando le grandi aziende e fabbriche hanno ripreso a pieno ritmo la produzione: la conseguenza è stata una normalizzazione del contesto economico e una riduzione dei pacchetti di tax credit energy ceduti.

“Guardando al futuro, ci aspettiamo di assistere a meno operazioni di cessioni dei crediti di grandi entità, quindi a un minor ricorso a questo prodotto da parte delle piccole e medie imprese, mentre potrebbero continuare a beneficiarne solo le aziende di grandi dimensioni con grossi consumi di energia”.