Back to top
Radoff, l'azienda sarda che ha dichiarato guerra al radon

Radoff, l'azienda sarda che ha dichiarato guerra al radon

04 Agosto 2023

di Redazione Cd Blog

Domenico Cassitta è un imprenditore. Sardo. È originario di Calangianus, in provincia di Sassari, uno dei 100 comuni più produttivi in Italia. Un distretto industriale con 3.000 abitanti e 400 aziende che si occupano soprattutto di lavorazione del sughero, infissi, lavorazione di marmi e graniti. Uno di quei posti di cui si parla poco ma dove si respira bellezza e voglia di fare.

Cassitta è un ingegnere, ma ha lo spirito imprenditoriale che gli ribolle dentro.

A Calangianus apre prima una società di progettazione, una di real estate, una di ingegneria e di architettura. Infine decide nel 2018 di investire tutto il capitale accumulato fino ad allora in una nuova sfida: Radoff. Obiettivo: sconfiggere il gas radon, un gas infido presente nel suolo e potenzialmente nelle nostre case, la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo.

PERCHÈ IL RADON

La scelta non è causale. Cassitta vive il dolore della perdita a causa del radon e delle sue conseguenze sulla salute di persone a lui care. E gli dichiara guerra decidendo di creare un dispositivo che fosse in grado di identificarlo per poi poter procedere alle dovute bonifiche.

Crea, testa e ingegnerizza dispositivi proprietari. Li brevetta e li fa certificare da ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie e lo sviluppo sostenibile) e Inmri (Istituto Nazionale di Metrologia delle Radiazioni Ionizzanti). Modelli alla mano convince l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia a investire con lui. E ancora, il CERN di Ginevra insieme al CubAct dell’ Università degli Studi di Sassari, la Fondazione Bruno Kessler - FBK di Trento, l’Istituto di Fisica Nucleare di Bari. Collabora con l’Università Ca' Foscari Venezia e con Sardegna Ricerche dell’Università degli Studi di Cagliari

Il brevetto funziona. Individua il gas e consente a enti pubblici e privati di bonificarlo.

Radoff amplia così la sua attività con i dispositivi di monitoraggio e diversifica dichiarando guerra anche all’individuazione delle polveri sottili, causa di 80 mila morti l’anno solo in Italia. Poi arriva il 2020 e la pandemia da Covid19. E in Radoff si mettono subito al lavoro su un brevetto che consenta di individuare e bonificare fino al 90% della presenza del virus, utilizzando tecnologie come Intelligenza Artificale e Internet of Things.

LA RICERCA DI NUOVI CAPITALI

Cassitta cerca capitali. Ha bisogno di continuare a investire. “Facendo ricerca e sviluppo avevamo una marea di crediti Iva” dice.

“Abbiamo incontrato Christian Dominici che con una consulenza sulla possibilità di cederli in tempi brevi a istituti di credito adatti a noi, alle nostre dimensioni e ai nostri bisogni, ci ha aiutato a recuperare liquidità da convertire in una linea di investimento che ci consentisse di assumere i giusti professionisti. Questo ha assicurato a Radoff la svolta necessaria”.  

Oggi Radoff dopo una campagna di equity crowdfunding e passando per i percorsi di accelerazione e investimenti è partecipata direttamente da Intesa Sanpaolo, CDP Cassa Depositi e Prestiti Venture Capital SGR e da un gruppo di prestigiosi Business Angel.

L'AMERICA

Ora con 20 dipendenti e un centinaio di collaboratori che gravitano intorno all’azienda, un fatturato che mira al raddoppio entro il 2025 (30 milioni di euro), Radoff ha allargato i suoi orizzonti sbarcando oltreoceano ed entrando nel mercato americano.

A Marzo 2022 ha aperto una sede nello stato della California a Los Angeles: Radoff Incorporation.

Negli Stati Uniti il problema dell’inquinamento indoor, in particolare del gas radon, è molto sentito dalla popolazione e in più di 10 stati sono già in vigore normative per contrastarne i rischi associati che non consentono di autorizzare le nuove costruzioni se non sono certificate “radon free”.

Da Calangianus a Los Angeles, l’internazionalizzazione è servita.